martedì 25 giugno 2013

Melandri: “La SBK è il vero motociclismo. In MotoGP è tutto già scritto dal venerdì”!

Vi riportiamo i passaggi più significativi, in cui si parla dello sviluppo della moto, degli anni (difficili) trascorsi da Marco in Ducati e dello stato di salute dei due principali campionati del mondo di motociclismo (SBK e MotoGP).
In particolare su questo argomento Marco pare avere le idee molto chiare e la sua analisi merita sicuramente la nostra attenzione.
Melandri è infatti uno dei pochi piloti (insieme ovviamente a Max Biaggi) a essere salito con una certa costanza sui podi di entrambe le categorie. Nel 2005 - caso più unico che raro - finì addirittura secondo nella classifica finale della MotoGP con una moto privata (la Honda del team Gresini).

Marco quali sono i punti di forza della tua BMW S1000RR?
«Ha un ottimo equilibrio tra motore e ciclistica, e anche a livello di elettronica siamo messi molto bene. Ci adattiamo facilmente a piste anche molto diverse tra loro. A Portimao soffrivamo un po’ a livello di grip. Poi siamo migliorati. Ora vediamo a Imola, serve molta stabilità e agilità.
Devi guidare pulito, lasciare fare alla moto senza forzarla; tra l'altro guidata così, la S1000RR va molto bene».

Con BMW è stato amore a prima vista? Sei andato subito forte.«Mi ricorderò sempre il primo test a Portimao. Mi era stato fatto un po’ di terrorismo. Con me c’era anche parte della squadra Yamaha che mi aveva seguito in SBK.
Dopo poco tempo abbiamo cominciato a capire come muoverci e alla quarta gara ho vinto, per la prima volta con BMW. È stata un’emozione incredibile, soprattutto quando sono arrivato a Monaco e ho compreso che cosa ero riuscito a fare».

Se sulla moto non c’è feeling, devi intervenire subito. Anche quando guidi una moto da strada. Non vale solo in pista.
«Esatto, devi sentire la moto e fidarti, altrimenti non ottieni nulla, non puoi forzare e il risultato non arriva. La testa si adegua e coglie queste sensazioni.
Ora siamo a un buon livello, ma vogliamo migliorare ancora. Anche le altre case stanno lavorando duramente. Imola sarà il momento giusto per confrontarci con gli altri e vedere che piega prende il campionato».
Nel 2005 feci secondo con una moto privata, ma HRC mi negò la moto ufficiale perché non ero spagnolo. Mi sono reso conto di essere solo il contorno al piatto principale

La SBK quest'anno è molto combattuta, Kawasaki e Aprilia stanno andando molto bene.
«Sappiamo che la concorrenza è forte, ma sappiamo di essere competitivi e abbiamo buone possibilità di fare bene. All’inizio siamo stati sfortunati e abbiamo avuto spesso problemi piccoli che ci hanno rallentanto (alla catena, alla gomma ad esempio).
Ora speriamo di aver pagato il nostro debito con la sfortuna e di lottare ad armi pari con gli altri»

Temi Tom Sykes?
«E’ molto concreto, fa punti. Però in SBK a ogni gara cambiano gli equilibri in campo. Quindi dobbiamo guardarci da lui, ma anche dagli altri piloti».

Ti piace Imola?
«E’ una pista tecnica, difficilissima ma fantastica. Sarà un weekend caldo e duro, su una pista favorevole storicamente alla Ducati e a Checa, ma vedremo di dare il massimo».

Marco raccontaci del tuo periodo trascorso in Ducati. In quegli anni furono messe in dubbio le tue capacità di pilota.
«Io son contento per le mie gioie, non per le sfortune degli altri. In quegli anni ho imparato molto, credo di essere stato spesso nel posto giusto al momento sbagliato. Tante volte non ho raccolto quello che potevo e meritavo. Qui in BMW credo di aver trovato la mia giusta dimensione, c’è un clima umano e un campionato combattuto ed equilibrato tra le case e i piloti.
Questo è il vero motociclismo, la MotoGP attuale non è il vero motociclismo, dal venerdì puoi già capire come andrà la gara una volta che vedi il primo turno di prove. Il bello del motociclismo è l’imprevedibilità. In Superbike c’è un continuo avvicendamento dei piloti in testa».

Nel 2005 hai fatto secondo in MotoGP, facendo belle gare. Non la rimpiangi?
«Nel 2005 feci secondo con una moto privata, ma HRC mi negò la moto ufficiale perché non ero spagnolo.
Mi sono reso conto di essere solo il contorno al piatto principale e ho deciso di cambiare.
Non mi piace fare da contorno, io voglio vincere in ogni cosa che faccio. BMW mi ha dato una grande opportunità, portarla alla vittoria è stata una soddisfazione impagabile».

Fonte: http://www.moto.it/Superbike/melandri-superbike-il-vero-motociclismo-in-motogp-tutto-gia-scritto.html

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