mercoledì 12 giugno 2013

La Ducati "respira" senza Air Restrictor da Imola!

Quando si parla di gare e di regolamenti è sempre difficilissimo trovare i giusti equilibri per mettere in campo mezzi equiparabili nelle prestazioni. In un campionato affollato di marche come la Superbike, poi, le diatribe sui regolamenti sono sempre state all’ordine del giorno e la maggior parte di esse è stata legata alle diverse cubature ammesse a partecipare.

In passato i motori bicilindrici hanno avuto un vantaggio di cilindrata tale da spingere alcuni protagonisti a realizzare moto spinte da motori V2 per far fronte allo strapotere della Ducati. In tempi moderni, poi, la situazione si è pian piano ribaltata con le bicilindriche che hanno visto il loro vantaggio volumetrico ridursi dal 33% al 20%, e nel contempo trasformarsi il vantaggio di peso in handicap. Il regolamento attualmente in vigore, poi, ha consentito alle bicilindriche di partire sì dallo stesso peso minimo delle quadricilindriche, ma con una penalizzazione in termini di potenza legata all’uso di diaframmi sull’aspirazione definiti Air Restrictor.

Secondo il regolamento tecnico, la Ducati ha corso i primi tre gran premi dell’anno con gli Air Restrictor da 50 mm montati e, sulla scorta dell’articolo 2.4.8.1.3. che stabilisce che se dopo le prime tre gare le bicilindriche si fossero trovate a più di 5 punti di distacco dalla miglior quattro cilindri e se in vetta al Campionato si fosse trovato un pilota su una quattro cilindri (il che poi è ovvio…), allora questi diaframmi sarebbero stati allargati da 50 a 52 mm. Ciò è puntualmente avvenuto dalla gara di Monza in avanti, ma gli effetti sono stati evidentemente nulli, poiché lo svantaggio prestazionale della Ducati è sotto gli occhi di chiunque accenda la televisione, senza fare calcoli e interpretare regole sibilline. Su qualsiasi rettilineo del mondiale la Ducati è stata inesorabilmente sverniciata da qualsiasi avversaria a quattro cilindri…
Il motivo è più che evidente e cerchiamo di capirlo insieme: i progettisti del nuovo motore Ducati Superquadro, hanno dimensionato i condotti di aspirazione del V2 per farlo respirare adeguatamente e gli hanno regalato dei corpi farfallati ellittici con diametro equivalente di 67,5 mm. Inserire a monte delle farfalle una restrizione che porta il diametro equivalente a 50 mm, corrisponde a ridurre l’area di passaggio di oltre il 45%, e anche allargando l’air restrictor a 52 mm di diametro lo svantaggio in termini di area è comunque superiore al 40%. Va da sé, quindi, che la penalizzazione imposta agli ingegneri della Ducati sia davvero notevole, e ancor più penalizzante su un motore fortemente superquadro come il nuovo Ducati, progettato per girare decisamente più in alto del Testastretta Evoluzione.

In occasione della sesta tappa del Mondiale Superbike a Portimao, la FIM ha decretato che, in virtù della situazione di campionato ancora sfavorevole per i piloti Ducati (Checa e Badovini sono tredicesimo e quattordicesimo a centinaia di punti di distanza dalla vetta), a partire dalla gara di Imola le bicilindriche potranno correre senza i diaframmi sull’aspirazione. Non ci vuole un genio per capire che adesso sì che il Superquadro potrà esprimere il suo potenziale in gara. C’è da sperare che nel frattempo anche i due piloti ufficiali di Borgo Panigale riescano a recuperare al 100% la forma fisica necessaria a primeggiare. Appuntamento a Imola il prossimo 30 giugno!

Fonte: http://www.omnicorse.it/magazine/28311/world-superbike-ducati-1199-panigale-senza-air-restrictor-a-partire-da-imola

Nessun commento:

Lettori fissi