venerdì 31 maggio 2013

Ducati Hyperstrada, turismo da corsa

Potremmo definirlo turismo adrenalinico, selvaggio, dirompente, ma non riusciremmo a farvi capire fino in fondo le sensazioni che comunque questa nuova Hyperstrada ci ha trasmesso tra le colline ed i paesaggi della Toscana. Ecco, proprio questo era il nostro pensiero una volta scesi dalla moto al termine del nostro test.

Saliamo in sella ed in effetti la posizione di guida risulta familiare. Ci troviamo molto caricati in avanti, con gli avambracci molto caricati, anche se i polsi sembrano non risentirne. Il manubrio più alto in questo caso aiuta. Certo è che è una posizione che invoglia ad attaccare, quasi a mettere giù il piede in stile motard. La sella concava, inoltre, non permette molti spostamenti verso il posteriore.

CICLISTICA RAPIDA - Accendiamo il motore ed il suono cupo e gutturale del bicilindrico Testastretta 11° risulta oramai familiare. Si parte, ed il percorso sembra fatto apposta per farci apprezzare le doti di questa moto. E' una fun-bike, una moto che vuole sprigionare adrenalina e farci divertire, non c'è dubbio. In questo, non si discosta dalla sorella Hypermotard, tanto che spesse volte quasi ci dimentichiamo di avere due borse laterali. Nel misto medio-veloce la moto esprime tutto il suo potenziale. Telaisticamente è una moto rigida, veloce, reattiva. Solo il pensiero di farla scendere in piega e lei si catapulta verso la corda. I cambi di direzione sono il suo forte, e seppur caricati in avanti, avvertiamo comunque una moto equilibrata. E' vero, bisogna prendere la mano con la posizione di guida che inizialmente può spiazzare, sopratutto per quanto concerne la posizione delle gambe, ma una volta passati i primi cinque minuti, il resto è solo tanto e sano divertimento.
 
La forcella, una Kayaba da 43 mm, lavora molto bene, risultando anche più sincera rispetto a quanto trasmetteva a livelli di sensazioni la Hypermotard. Con l'avancorsa ridotta, la forcella lavora molto bene per quello che la moto vuole esprimere: morbida nella prima fase di compressione e piuttosto rigida in rilascio. A livello di sensazioni, in inserimento si avverte subito il carico della forcella in frenata, che quasi sembra voler chiudere, ma è solo una sensazione iniziale dovuta anche alla posizione di guida avanzata; subito dopo si percepisce l'appoggio ben saldo, anche forzando gli ingressi. In tutto ciò, è da rimarcare, la moto riesce a comunicare molto facilmente tali sensazioni, e questo risulta essere fondamentale, anche e sopratutto per l'impostazione di base che ha questa Hyperstrada.
Parlando proprio di frenata e inserimento, è da rimarcare la sicurezza che offre la pinza radiale monoblocco di casa Brembo. La frenata è veramente molto potente ma allo stesso tempo modulabile, tanto che per far entrare l'ABS bisogna veramente andare ad esagerare, sopratutto nelle versioni Touring e Sport, perchè nella Urban risultava veramente troppo invasivo: bastava togliere un paio di marce in scalata che entrava in azione. Giusto per quello che vuole rappresentare in effetti. Fortunatamente, ogni livello elettronico, dall'ABS al DTC, risulta regolabile a piacimento.

MOTORE GRINTOSO - Il propulsore era una nostra vecchia conoscenza, il Testastretta 11° che riesce ad offrire sensazioni veramente eccezionali. E' potente con i suoi 110 cavalli che sprigiona con gli 821cc di cilindrata, ma allo stesso tempo non da adito a strappi, a grandi vibrazioni, ma anzi risulta fluido, lineare, corposo. E' veramente un piacere riuscire a gestire la potenza con la manopola del gas, rimanendo sicuri e tranquilli, ma allo stesso tempo esaltati. Vi è un leggerissimo, quasi impercettibile on-off intorno ai 4.000 giri/min, ma stiamo veramente cercando il pelo nell'uovo. Un motore talmente ben calibrato che permette anche di affrontare un tratto misto solo "giocando" con il freno motore, senza dover frenare.
 
ELETTRONICA AL TOP - Se parliamo di motore, non possiamo non analizzare l'elettronica al servizio della Hyperstrada. Anzi, parlare del propulsore da un lato e dell'elettronica dall'altro risulta riduttivo. Già, perchè il pacchetto "Riding Mode" che la casa di Borgo Panigale offre ed equipaggia oramai da tempo le proprie moto, è al momento lo stato dell'arte per esperienza di guida, a cominciare dal DTC. Tre le mappature disponibili, con la Urban che fa sembrare la moto fin troppo facile. Durante il nostro test, con strada ancora umida, tra i tornanti decidiamo di provare questa mappatura: la risposta al gas è burrosa, leggera, morbidissima con i suoi 75 cavalli predisposti. Spalancavamo la manopola del gas quasi senza pensare, quando ancora ci trovavamo a centro curva, e la moto viaggiava fuida e tranquilla. Perfino troppo.
Subito dopo decidiamo di passare alla modalità Touring e qui la faccenda si è fatta più interessante. La moto offre tutti e 110 i cavalli a disposizione, ma con un'erogazione malleabile, graduale, ma allo stesso tempo potente. In sella, la sensazione era di totale controllo, nonostante i cavalli in più a disposizione. Questa Hyperstrada ci ha permesso di sorridere di gusto dentro al casco, spalancando senza ritegno il gas all'uscita delle curve, modulando perfettamente la risposta del gas e permettendoci di giocare come meglio desideravamo.
Infine la mappatura Sport. In questo caso il divertimento arriva a livelli ancora superiori perchè la risposta al gas diventava rabbiosa ma comunque gestibile, più secca e leggermente più impegnativa ma mai al punto tale da mettere in difficoltà. Serve un pò più di maestria per quest'ultimo Riding Mode, ma una volta presa la mano, non ci si stanca più di affrontare le curve.

 
E' ANCHE TURISTICA - Parlando di questa moto quasi ci si dimentica che stiamo parlando di una versione turistica, da "strada" della Hypermotard. In effetti però, come vi avevamo spiegato precedentemente, la filosofia di Borgo Panigale di modularità è stata invertita, mantenendo quel concetto di "senza compromessi" piuttosto affine alla Rossa, che può piacere o meno, ma che comunque denota carattere. La Hyperstrada mostra il suo lato turistico nelle borse da viaggio, nella posizione meno forzata sull'anteriore che comunque carica gli avambracci ma non i polsi, nel cavalletto centrale e nel grandissimo raggio di sterzata che facilita le manovre, ma sopratutto nel cupolino che può sembrare piccolo, ma per chi non esagera con i centmetri di altezza risulta più che buono: non copre il casco fino a metà, convogliando i flussi sulla testa e generando turbolenze, e questo risulta un punto a favore. Se si vuole essere più protetti, basta prendere il cupolino maggiorato disponibile negli accessori.
Noi, detto francamente, non ve lo consigliamo. Perchè la Hyperstrada è una moto con pochi compromessi, che mette il divertimento del pilota sempre al primo posto. E' vero, permette di effettuare tratte di 150-200 km senza fatica, permette di viaggiare ed è questo il suo scopo primario. Guai però a considerarla una "semplice" moto turistica: questa moto è un diavolo che rimane in guardia, quasi assopito. Lasciategli corda e sprigionerà fuori la sua anima grintosa, cattiva ma perfettamente controllabile

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