venerdì 31 maggio 2013

Ducati Hyperstrada, turismo da corsa

Potremmo definirlo turismo adrenalinico, selvaggio, dirompente, ma non riusciremmo a farvi capire fino in fondo le sensazioni che comunque questa nuova Hyperstrada ci ha trasmesso tra le colline ed i paesaggi della Toscana. Ecco, proprio questo era il nostro pensiero una volta scesi dalla moto al termine del nostro test.

Saliamo in sella ed in effetti la posizione di guida risulta familiare. Ci troviamo molto caricati in avanti, con gli avambracci molto caricati, anche se i polsi sembrano non risentirne. Il manubrio più alto in questo caso aiuta. Certo è che è una posizione che invoglia ad attaccare, quasi a mettere giù il piede in stile motard. La sella concava, inoltre, non permette molti spostamenti verso il posteriore.

CICLISTICA RAPIDA - Accendiamo il motore ed il suono cupo e gutturale del bicilindrico Testastretta 11° risulta oramai familiare. Si parte, ed il percorso sembra fatto apposta per farci apprezzare le doti di questa moto. E' una fun-bike, una moto che vuole sprigionare adrenalina e farci divertire, non c'è dubbio. In questo, non si discosta dalla sorella Hypermotard, tanto che spesse volte quasi ci dimentichiamo di avere due borse laterali. Nel misto medio-veloce la moto esprime tutto il suo potenziale. Telaisticamente è una moto rigida, veloce, reattiva. Solo il pensiero di farla scendere in piega e lei si catapulta verso la corda. I cambi di direzione sono il suo forte, e seppur caricati in avanti, avvertiamo comunque una moto equilibrata. E' vero, bisogna prendere la mano con la posizione di guida che inizialmente può spiazzare, sopratutto per quanto concerne la posizione delle gambe, ma una volta passati i primi cinque minuti, il resto è solo tanto e sano divertimento.
 
La forcella, una Kayaba da 43 mm, lavora molto bene, risultando anche più sincera rispetto a quanto trasmetteva a livelli di sensazioni la Hypermotard. Con l'avancorsa ridotta, la forcella lavora molto bene per quello che la moto vuole esprimere: morbida nella prima fase di compressione e piuttosto rigida in rilascio. A livello di sensazioni, in inserimento si avverte subito il carico della forcella in frenata, che quasi sembra voler chiudere, ma è solo una sensazione iniziale dovuta anche alla posizione di guida avanzata; subito dopo si percepisce l'appoggio ben saldo, anche forzando gli ingressi. In tutto ciò, è da rimarcare, la moto riesce a comunicare molto facilmente tali sensazioni, e questo risulta essere fondamentale, anche e sopratutto per l'impostazione di base che ha questa Hyperstrada.
Parlando proprio di frenata e inserimento, è da rimarcare la sicurezza che offre la pinza radiale monoblocco di casa Brembo. La frenata è veramente molto potente ma allo stesso tempo modulabile, tanto che per far entrare l'ABS bisogna veramente andare ad esagerare, sopratutto nelle versioni Touring e Sport, perchè nella Urban risultava veramente troppo invasivo: bastava togliere un paio di marce in scalata che entrava in azione. Giusto per quello che vuole rappresentare in effetti. Fortunatamente, ogni livello elettronico, dall'ABS al DTC, risulta regolabile a piacimento.

MOTORE GRINTOSO - Il propulsore era una nostra vecchia conoscenza, il Testastretta 11° che riesce ad offrire sensazioni veramente eccezionali. E' potente con i suoi 110 cavalli che sprigiona con gli 821cc di cilindrata, ma allo stesso tempo non da adito a strappi, a grandi vibrazioni, ma anzi risulta fluido, lineare, corposo. E' veramente un piacere riuscire a gestire la potenza con la manopola del gas, rimanendo sicuri e tranquilli, ma allo stesso tempo esaltati. Vi è un leggerissimo, quasi impercettibile on-off intorno ai 4.000 giri/min, ma stiamo veramente cercando il pelo nell'uovo. Un motore talmente ben calibrato che permette anche di affrontare un tratto misto solo "giocando" con il freno motore, senza dover frenare.
 
ELETTRONICA AL TOP - Se parliamo di motore, non possiamo non analizzare l'elettronica al servizio della Hyperstrada. Anzi, parlare del propulsore da un lato e dell'elettronica dall'altro risulta riduttivo. Già, perchè il pacchetto "Riding Mode" che la casa di Borgo Panigale offre ed equipaggia oramai da tempo le proprie moto, è al momento lo stato dell'arte per esperienza di guida, a cominciare dal DTC. Tre le mappature disponibili, con la Urban che fa sembrare la moto fin troppo facile. Durante il nostro test, con strada ancora umida, tra i tornanti decidiamo di provare questa mappatura: la risposta al gas è burrosa, leggera, morbidissima con i suoi 75 cavalli predisposti. Spalancavamo la manopola del gas quasi senza pensare, quando ancora ci trovavamo a centro curva, e la moto viaggiava fuida e tranquilla. Perfino troppo.
Subito dopo decidiamo di passare alla modalità Touring e qui la faccenda si è fatta più interessante. La moto offre tutti e 110 i cavalli a disposizione, ma con un'erogazione malleabile, graduale, ma allo stesso tempo potente. In sella, la sensazione era di totale controllo, nonostante i cavalli in più a disposizione. Questa Hyperstrada ci ha permesso di sorridere di gusto dentro al casco, spalancando senza ritegno il gas all'uscita delle curve, modulando perfettamente la risposta del gas e permettendoci di giocare come meglio desideravamo.
Infine la mappatura Sport. In questo caso il divertimento arriva a livelli ancora superiori perchè la risposta al gas diventava rabbiosa ma comunque gestibile, più secca e leggermente più impegnativa ma mai al punto tale da mettere in difficoltà. Serve un pò più di maestria per quest'ultimo Riding Mode, ma una volta presa la mano, non ci si stanca più di affrontare le curve.

 
E' ANCHE TURISTICA - Parlando di questa moto quasi ci si dimentica che stiamo parlando di una versione turistica, da "strada" della Hypermotard. In effetti però, come vi avevamo spiegato precedentemente, la filosofia di Borgo Panigale di modularità è stata invertita, mantenendo quel concetto di "senza compromessi" piuttosto affine alla Rossa, che può piacere o meno, ma che comunque denota carattere. La Hyperstrada mostra il suo lato turistico nelle borse da viaggio, nella posizione meno forzata sull'anteriore che comunque carica gli avambracci ma non i polsi, nel cavalletto centrale e nel grandissimo raggio di sterzata che facilita le manovre, ma sopratutto nel cupolino che può sembrare piccolo, ma per chi non esagera con i centmetri di altezza risulta più che buono: non copre il casco fino a metà, convogliando i flussi sulla testa e generando turbolenze, e questo risulta un punto a favore. Se si vuole essere più protetti, basta prendere il cupolino maggiorato disponibile negli accessori.
Noi, detto francamente, non ve lo consigliamo. Perchè la Hyperstrada è una moto con pochi compromessi, che mette il divertimento del pilota sempre al primo posto. E' vero, permette di effettuare tratte di 150-200 km senza fatica, permette di viaggiare ed è questo il suo scopo primario. Guai però a considerarla una "semplice" moto turistica: questa moto è un diavolo che rimane in guardia, quasi assopito. Lasciategli corda e sprigionerà fuori la sua anima grintosa, cattiva ma perfettamente controllabile

giovedì 30 maggio 2013

BMW: test positivi ad Aragon con Melandri e Davies

Archiviato il fine settimana di Donington Park, il BMW Motorrad GoldBet SBK Team al gran completo si è trasferito dal Regno Unito alla Spagna per una due giorni di test al MotorLand Aragon di Alcaniz finalizzati allo sviluppo della BMW S1000RR Superbike con la presenza dei piloti titolari Marco Melandri e Chaz Davies. I due alfieri di BMW Motorrad del World Superbike si sono concentrati su prove di messa a punto e di nuove parti per la ciclistica ed il motore, riuscendo a compiere complessivamente 263 giri nonostante la pioggia della giornata di mercoledì.

Il meteo ha reso questi test abbastanza difficili“, ha detto Marco Melandri. “Ieri abbiamo avuto diversi scrosci di pioggia e, oggi, è stato molto ventoso. Ci siamo dedicati, principalmente, a testare nuove soluzioni per il set-up della moto. Abbiamo fatto alcuni miglioramenti e ora, credo, che abbiamo capito meglio in quale direzione andare con i pneumatici da 17”. Anche se, certamente, abbiamo ancora del lavoro da fare per migliorare ulteriormente e trovare il set-up perfetto“.

Medesima opinione anche da parte di Chaz Davies che proprio ad Aragon conquistò una sensazionale doppietta lo scorso mese di aprile. “Ieri abbiamo provato alcune soluzioni di base. Oggi speravamo di fare un po’ di più ma è stato incredibilmente ventoso. Abbiamo tentato di testare al meglio possibile visto il vento forte e, infatti, siamo riusciti a trovare un paio di soluzioni che sembra possano aiutarci. Inoltre ora abbiamo le idee più chiare su alcuni dettagli della moto e sulle nuove parti che dovevamo valutare. Complessivamente un test positivo, speravo solo che il tempo fosse un po’ migliore“.

Andrea Dosoli, Direttore Tecnico del BMW Motorrad GoldBet SBK Team, fa un bilancio di questi test nella penisola iberica. “É sempre positivo poter provare in questo momento della stagione anche se questo ha richiesto un grande sforzo da parte di tutti, visto quanto é serrato il programma. Era comunque importante perché volevamo lavorare su alcune problematiche che avevamo avuto nell’ultima gara. Abbiamo sfruttato quest’opportunità per fare alcuni test che non abbiamo mai il tempo di fare durante I weekend di gara.
Entrambi i piloti hanno potuto valutare un aggiornamento di motore e anche alcune novità riguardanti la ciclistica. Anche se il tempo non ci ha aiutato, tutto è andato bene ed entrambi i piloti hanno potuto testare tutte le parti e hanno potuto dare un preciso e chiaro feedback a tecnici e ingegneri. Lavorando sul set up della ciclistica, abbiamo cercato di migliorare il feeling di Marco con l’anteriore e per Chaz il grip al posteriore, per assicurare a entrambi i piloti delle prestazioni più costanti. Entrambi hanno anche provato un aggiornamento di motore, che promette bene, ma che deve ancora essere analizzato in dettaglio

Fonte: http://www.bikeracing.it/wsbk/121133_bmw-test-positivi-ad-aragon-con-melandri-e-davies/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

Francesco Guidotti: "nel 2011 Biaggi l'aveva presa un pò sottogamba"

Proviamo a specificare meglio: tu hai fatto il team manager di squadre ufficiali come KTM (in 125 e 250) e Aprilia SBK, mentre adesso lavori per una squadra satellite. Puoi dire esattamente cosa fa un team manager e qual è la differenza tra squadra ufficiale e satellite?«Intanto, la preparazione della stagione è molto differente. Il team manager di una squadra ufficiale deve proporre, è lui che deve cercare di dare un indirizzo al team, ma alle spalle ha una Azienda che deve dare una giustificazione alle corse, secondo una strategia ben precisa che dipende da fattori come il marketing e la comunicazione. C’è anche un ufficio legale, che segue tutta la parte contrattuale, delle sponsorizzazioni, con una struttura complessa ed articolata: ogni reparto ha le sue esigenze, le sue difficoltà e il team manager deve cercare di mettere insieme tutti i “pezzi”. Inoltre, in una squadra ufficiale, solitamente ci sono piloti di un certo livello, con determinate caratteristiche, con una forte personalità: insomma, la gestione è abbastanza complessa, ma hai anche tanti strumenti da utilizzare, hai un supporto alle spalle. In una squadra privata, devi fare un po’ tutto da solo: dalla parte legale alla comunicazione e alla logistica. Le necessità sono più modeste, ma anche le disponibilità e ti devi confrontare con le squadre ufficiali: insomma è piuttosto difficile».

Ma il team manager è una figura assolutamente indispensabile o potrebbe esistere una squadra senza team manager?«Chiamalo come vuoi – proprietario della squadra, team coordinator, team manager, team principal – ma ci vuole una figura che tiene insieme 30 persone. Deve essere una figura con un certo carisma, una persona della quale le altre 29 si fidano, uno che quando dice una cosa, 9 volte su 10 riesce a realizzarla. Deve cercare di prevenire i problemi: quando arrivi in pista, deve funzionare tutto, non ci devono essere particolari problemi. Qualche anno fa era meno importante, perché per un pilota c’erano al massimo quattro persone ed era il capo meccanico a fare da riferimento per la squadra. Adesso non è più possibile e c’è anche l’hospitality da gestire, una parte importante che si è evoluta negli anni: è uno strumento che serve ad attirare interesse, ospiti, persone che magari non hanno mai visto una corsa o una moto. Li devi accogliere in un ambiente che li faccia sentire a proprio agio, perché nel box, più di tanto non ci possono stare. Insomma, il mio lavoro si è tanto evoluto e diversificato. Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di vivere due epoche piuttosto importanti del motociclismo moderno: quella dei primi anni Novanta, con il passaggio dalle moto artigianali a quelle ufficiali con l’intervento diretto di Honda, Yamaha, Aprilia e della altre Case, che hanno dato una grande accelerazione all’evoluzione delle moto; poi i primi anni 2000, con la fine dei motori 2T, sostituiti dai 4T».

Biaggi, al contrario, non è certo famoso per essere un carattere facile…«Tutt’altro! Ho avuto modo di conoscere Biaggi quando faceva la Sport Production, nel 1989-1990, perché noi (nel senso dell’azienda Guidotti, NDA) facevamo servizio di assistenza per l’Aprilia anche nella SP: già lì si capiva che era un ragazzo sveglio. Nel 1991 ha fatto l’europeo 250 con il Team Italia e io, pur andando ancora a scuola, mi liberavo abbastanza spesso per andare alle gare e facevo da aiuto meccanico. Eravamo entrambi ragazzini e siamo tornati a lavorare insieme a distanza di quasi vent’anni: per me non è stato così difficile con lui. Max tende a mettere molta pressione, a volte anche arroganza nel modo di chiedere le cose, nei modi di fare, ma grazie al rapporto che si era instaurato nel tempo, ho sempre avuto modo di dirgli le cose giuste al momento giusto. Non ci sono stati momenti di grandi tensioni: la difficoltà più grande era trasformare per l’Azienda in positivo quello che lui diceva di negativo, ammorbidire le sue maniere poco ortodosse. Con Max ho ancora un buonissimo rapporto, però è chiaro che lavorare con lui è difficile. Ma in due anni abbiamo portato a casa un mondiale: alla fine è quello che conta. In quegli anni, in Aprilia c’era tanta pressione, perché era stato fatto un investimento importante in un momento difficile, perché c’era uno sponsor di prestigio come Alitalia, per Max era una sfida nuova, era ammesso un solo risultato: vincere. Abbiamo fatto un buon lavoro, mentre l’anno dopo, stranamente, lui l’aveva presa un po’ sottogamba, sono accaduti un po’ di episodi particolari, fatto sta che non siamo riusciti a ripeterci».

Fonte: http://www.moto.it/MotoGP/dietro-quinte-motogp-francesco-guidotti.html

mercoledì 29 maggio 2013

Bevilacqua: "Penso che in Ducati ci siano delle componenti umane che ritardino il processo di crescita della Panigale"

Il team Althea ha vissuto a Donington una tappa importante sulla strada che può riportare la squadra italiana ai vertici del mondiale Superbike. Dopo alcune più che comprensibili difficoltà iniziali e dopo un periodo di apprendistato, ora il team Althea e il suo pilota si stanno confermando costantemente nelle posizioni che contano. Dopo le gare di domenica abbiamo incontrato Genesio Bevilacqua, l’uomo che questa squadra l’ha creata e la gestisce. Come sempre ha espresso il suo pensiero in modo chiaro e deciso parlandoci di Giugliano, di Biaggi e della Ducati.

A Donington avete vissuto il miglior weekend da quando siete passati ad Aprilia.
«Quando si inizia un nuovo percorso ci sono certamente dei meccanismi da mettere a punto. Noi abbiamo pagato lo scotto del noviziato ad inizio stagione, ma siamo stati sempre sereni e motivati, consapevoli di avere a disposizione un pacchetto molto competitivo, formato da un pilota giovane e di talento e da tecnici competenti ed affiatati».

Giugliano sta dimostrando una maturità in costante crescita.
«Stiamo parlando di un ragazzo di ventitre anni con il quale abbiamo impostato un programma di tre anni, iniziato nel 2011 quando Davide vinse la Superstock 1000 FIM Cup. Per far crescere un giovane occorre pazienza e fiducia, ma ora stiamo iniziando a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Il talento di Davide è sempre stato evidente, ma in queste ultime gare il nostro pilota sta mostrando dei netti miglioramenti anche dal punto di vista della mentalità. Si sta adattando molto bene ad una moto per lui nuova come la RSV4 e in gara corre a stretto contatto con i piloti ufficiali senza timori reverenziali, dimostrando talento, abilità e carattere».

Se ne sono accorti tutti e forse il solo Biaggi nelle sue telecronache resta un poco critico nei confronti di Davide.
«Io purtroppo, seguendo le gare dal mio box, non ascolto le sue telecronache, ma in molti mi dicono che spesso Max è critico nei confronti di Davide. Parliamo di un ex pilota che ora fa il telecronista e che certamente imposta i suoi commenti secondo la sua mentalità e le sue idee. Però mi dispiace che un ex pilota romano tratti a volte con sufficienza e scarsa considerazione un altro pilota romano come lui, anche se molto più giovane. Un poco di sano campanilismo in questo caso forse non guasterebbe. Ma a parte questo aspetto, penso che comunque quando ci si trova davanti ad un giovane emergente che dimostra di avere del talento, questo vada incoraggiato. Le critiche quando sono giuste sono sempre ben accette, ma una parola di incoraggiamento farebbe bene sia a Davide che a Biaggi, che rischia invece di sembrare prevenuto nei confronti del nostro pilota».

E visto che parliamo di ex, cosa ne pensi della tua ex moto, della Ducati e del suo momento difficile?
«Dovreste riascoltare alcune interviste che io rilasciai proprio a voi di Moto.it alcuni mesi or sono (leggi l'intervista). Il mio pensiero nei confronti della Ducati è rimasto lo stesso. Quello che mi dispiace maggiormente è vedere quante difficoltà sta incontrando Carlos (Checa, ndr) sia come uomo che come pilota. Mi spiace vederlo sconfitto dal dolore, proprio lui che lo scorso anno a Phillip Island dopo essere caduto ad oltre 200 km orari andò poi a vincere gara due pur se dolorante. Vederlo ora che rinuncia a scendere in pista per un dolore ad una spalla mi fa pensare che Checa sia demotivato e questo mi spiace davvero tanto, perché conosco il suo carattere fiero e combattivo».

Tu conosci la Panigale avendone iniziato lo sviluppo assieme a Ducati. Pensi che prima o poi riuscirà ad essere competitiva in Superbike oppure non credi che quello della 1199 sia un progetto vincente?«Io credo agli uomini più che ai progetti ed alle moto. Moto e progetti si possono facilmente modificare, ma le persone no. Penso che in Ducati ci siano delle componenti umane che ritardino il processo di crescita della Panigale. Abbiamo appena parlato di Checa ed è emblematico il fatto che io lo abbia lasciato da campione e che ora invece lui venga messo in discussione come fosse un novellino. Io ho sempre sostenuto che i risultati si ottengono con gli uomini giusti e che gli uomini giusti vadano valorizzati. Mettere in discussione Checa dopo poche gare, pensando di utilizzare Biaggi come collaudatore, quasi come se Max potesse lavorare meglio di Carlos sulla Panigale, mi sembra un segnale di sfiducia nei confronti di una pedina determinante come potrebbe essere lo spagnolo per la Ducati. Dico questo a prescindere dal valore o meno della moto, ma faccio notare che tutti continuano a definirla come nuova, ma sono ormai due anni che gareggia in pista».

Fonte: http://www.moto.it/Superbike/bevilacqua-sembra-che-biaggi-sia-prevenuto-nei-confronti-di-giugliano.html

martedì 28 maggio 2013

In SBK con la MV nel 2015!

Il Campionato Mondiale Supersport è solo alla sua quinta prova ma è certo che le prestazioni della MV Agusta al debutto nella categoria, quest'anno, sono interessanti.
Sia Roberto Rolfo sia Christian Iddon hanno messo in luce - pur con comprensibili alti e bassi dovuti alla gioventù della moto - le doti della F3 675.

Artefice di questa impresa è Giuliano Rovelli che, insieme al fratello Paolo, ha creato la realtà del team ParkinGO (per parlare solo di ambiente motociclistico).
"Sono molto soddisfatto - ci ha detto l'imprenditore lombardo - perché abbiamo dimostrato che tutte le sfide non sono impossibili, basta lavorarci con attenzione".

Già perché il team aveva già lanciato la sfida della Triumph e quella successiva del "recupero" delle Yamaha che erano state ferme un anno. Poi la scelta MV Agusta.
"E' un progetto più avanzato rispetto a quello della Triumph. E' però una impresa difficile e sappiamo solo noi del team quanto lavoro c'è".

- Anche i piloti stanno facendo la loro parte..
"Devo grazie a Roberto Rolfo. Mi prendo il merito di averlo scelto anche contro il parere di molti. Roberto ha dimostrato che non è certo bollito. Lo si è visto dai sorpassi e dalle staccatone che lo hanno portato dal 16° al 3° posto fino ad arrivare a mettere in difficoltà Sofuoglu. Rolfo è un grande collaudatore e un gran pilota.
Iddon sinora è stato sfortunato: avrebbe potuto fare più di quello che ha ottenuto".

- Supportati anche da una buona squadra...
"Rispetto alla squadra che portava in pista le Triumph è completamente nuova. Abbiamo gente molto esperta nel racing. Persone professionali che vengono da team ufficiali SBK che a causa della crisi economica che non avevano trovato posto quando ho deciso di lanciare la sfida con la MV Agusta. Il mio lavoro è stato, poi, di mettere le persone nelle condizioni ideali per lavorare".

- A proposito di lavoro come è ripartito tra voi e la MV?
"Il nostro lavoro è totale su tutta la moto. La MV è un'Azienda che sta rinascendo e che, giustamente, pensa prima alla produzione per la quale utilizza anche alcuni feedback che gli abbiamo trasmesso sulla base delle esperienze racing. Sono contento che recepiscano. Da parte loro ci stanno adoperando anche per fornirci alcuni particolari importanti come il generatore leggero che è arrivato a Monza. Insomma c'è una buona sinergia. Permettimi di ringraziare tutta la mia squadre per il grande lavoro che stanno facendo".

- Avete potuto utilizzare qualcosa della vostra precedente esperienza sul tre cilindri?
"Anche se conservo tutti i dati delle stagioni Triumph, nulla è utile: i parametri completamente diversi".

- Ci sono stati molti step di aggiornamento?
"A Phillip Island la moto era già competitiva e solo la foratura della gomma posteriore ha impedito a Rolfo di piazzarsi subito bene. Avevamo lavorato molto nei tre mesi prima del Campionato e successivamente non ci sono stati aggiornamenti fino a Monza. Ora è in arrivo per Imola il nuovo cambio".

- In futuro pensate di passare alla Superbike?
"L'accordo con la MV ha la durata di 3 anni e comprende in esclusiva qualsiasi categoria nella quale si vogliano affacciare ufficialmente. Se ci sarà la nuova F4 possiamo pensarci dal terzo anno in poi: si parla, quindi, del 2015-2016. Ed allora ci dovrebbero essere già i nuovi regolamenti. Fino ad allora siamo concentrati sulla Supersport e la F3". 
                                                                                                                  
Fonte: http://www.gpone.com/2013052810336/Rovelli-In-SBK-con-la-MV-nel-2015.html#ixzz2UbcIzLYb

lunedì 27 maggio 2013

Superbike. Dominio di Sykes a Donington!

Tom Sykes ha dominato questo weekend inglese e dopo aver vinto la Superpole ha dominato anche entrambe le gare. L’alfiere della Kawasaki è partito a cannone e mentre in gara uno aveva dovuto vincere la resistenza di Rea nella seconda manche le scaramucce iniziali tra i due piloti Aprilia Guintoli e Laverty lo hanno favorito anche se Tom ha percorso molti giri sul passo di 1’28. Un ritmo insostenibile per qualsiasi altro pilota. L’inglese ha fatto gara a sé e alle sue spalle Guintoli, dopo essersi sbarazzato del suo compagno di squadra lo ha seguito a distanza e mantenendo per tutta la gara, e senza grandi preoccupazioni, la seconda piazza.

Il bello della gara si è visto alle sue spalle e dove un coriaceo Laverty ha avuto la meglio su Giugliano e Melandri. E’ stato un bel duello con staccate al limite e sorpassi millimetrici. Alla fine ha avuto l’inglese dell’Aprilia che dopo aver superato Melandri è stato favorito da un errore di quest’ultimo che è arrivato lungo alla esse ed ha lasciato via libera non solo a Laverty ma anche a Giugliano. Il pilota del team Althea ha fatto un’ottima gara dimostrando una maturità ed una consistenza che non aveva manifestato nelle gare precedenti. Davide non ha commesso errori ma non è nemmeno stato a guardare e ha dato filo da torcere ai due ufficiali. Non male per un giovane al suo secondo in Superbike e per di più con una moto privata. Non ha brillato Davies che ha perso ben presto il contatto con i piloti che lottavano per il terzo posto ed ha concluso al sesto davanti a Baz, che non ha ripetuto la performance di gara uno. Canepa, ottavo, è il primo dei piloti Ducati e a proposito della casa di Borgo Panigale, va rilevato come Checa abbia dato forfait in gara due per il noto problema alla spalla.

Checa ci è apparso abbastanza deluso e mogio in questo weekend inglese e forse la decisione di non correre in gara due deriva anche dalle condizioni della sua moto oltre che da quelle della sua spalla. Cluzel ripete il nono posto della prima manche e lo stesso fa Fabrizio, sempre più lontano dal pilota che avevamo visto in Australia. Rea aveva iniziato bene, ma poi il dolore al braccio lo ha costretto a chiudere il gas e ad accontentarsi di finire la gara. Johnny soffre della sindrome compartimentale al braccio destro che dopo alcuni giri gli si gonfia e gli impedisce di guidare. Con Haslam zoppicante e Rea dolorante, la Honda non è messa certo bene. La Panigale privata di Neukirchner è dodicesima mentre la seconda ufficiale, quella di Badovini ha concluso la sua gara nella sabbia con Ayrton che è caduto nel corso del diciannovesimo giro. Stessa sorte era toccata a Camier che però ha ripreso la gara ed ha concluso al tredicesimo posto. Due scarsi risultati per il pilota Suzuki che in prova aveva invece fatto vedere ottime cose. Raccolgono punti Sandi e Lundh mentre Iannuzzo chiude la classifica al sedicesimo posto


CLASSIFICA
Donington - FIM Superbike World Championship - Race 2
1. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 34'06.921
2. Sylvain Guintoli (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 34'14.956
3. Eugene Laverty (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 34'17.659
4. Davide Giugliano (Althea Racing) Aprilia RSV4 Factory 34'19.178
5. Marco Melandri (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 34'22.897
6. Chaz Davies (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 34'23.396
7. Loris Baz (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 34'34.445
8. Niccolò Canepa (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 34'37.107
9. Jules Cluzel (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 34'37.422
10. Michel Fabrizio (Red Devils Roma) Aprilia RSV4 Factory 34'37.806
11. Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 34'38.450
12. Max Neukirchner (MR-Racing) Ducati 1199 Panigale R 34'53.703
13. Leon Camier (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 35'01.430
14. Federico Sandi (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 35'12.710
15. Alexander Lundh (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 35'27.352
16. Vittorio Iannuzzo (Grillini Dentalmatic SBK) BMW S1000 RR 35'27.640
RT. Ayrton Badovini (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 27'21.324

Donington - FIM Superbike World Championship - Race 1
1. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 34'10.881
2. Marco Melandri (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 34'13.260
3. Sylvain Guintoli (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 34'14.689
4. Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 34'17.641
5. Loris Baz (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 34'24.530
6. Davide Giugliano (Althea Racing) Aprilia RSV4 Factory 34'26.432
7. Eugene Laverty (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 34'28.334
8. Chaz Davies (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 34'30.019
9. Jules Cluzel (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 34'38.619
10. Michel Fabrizio (Red Devils Roma) Aprilia RSV4 Factory 34'41.698
11. Ayrton Badovini (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 34'42.492
12. Carlos Checa (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 34'42.697
13. Niccolò Canepa (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 34'42.811
14. Max Neukirchner (MR-Racing) Ducati 1199 Panigale R 34'53.906
15. Vittorio Iannuzzo (Grillini Dentalmatic SBK) BMW S1000 RR 35'40.992
RT. Federico Sandi (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 27'50.190
RT. Alexander Lundh (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 22'01.444
RT. Leon Camier (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 3'05.872

Fonte: http://www.moto.it/Superbike/superbike-doppietta-di-sykes-a-donington.html

sabato 25 maggio 2013

Sykes è il più veloce nelle qualifiche SBK di Donington.

La pioggia ha dato un poco di tregua agli infreddoliti piloti della Superbike e la sessione di qualifiche è iniziata con una pista solo in parte asciutta. Dopo aver atteso qualche minuto tutti i piloti scesi in pista mentre le condizioni del tracciato inglese andavano migliorando, anche grazie al vento che contribuiva ad asciugare la pista. Considerando che per la giornata di domani le previsioni meteo non promettono nulla di buono, i piloti hanno capito che questo turno può essere determinante per le qualifiche alla Superpole e quando mancavano una ventina di minuti al termine della sessione, i tempi iniziavano a scendere e si passava dal 1’33 al 1’31”485 fatto segnare da Sykes.
Si arrivava così ai dieci minuti finali, ma purtroppo non appena Sykes riusciva ad abbassare il miglior crono del turno (1’30”278) ed i piloti si apprestavano a montare le gomme morbide per giocarsi il tutto per tutto, la pioggia tornava a cadere sul tracciato inglese ed i primi a farne le spese erano proprio l’inglese della Kawasaki, seguito da Cluzel. Entrambi scivolavano senza conseguenze, mentre gli altri facevano mestamente ritorno ai loro box. Prove definitivamente chiuse a sette minuti dal termine, con la classifica capeggiata da Sykes, seguito da Rea, Melandri, Guintoli e Giugliano. Fabrizio chiudeva al settimo posto, mentre Canepa, dodicesimo, risultava il più veloce dei piloti Ducati con Neukirchner tredicesimo, e Checa e Badovini quindicesimo e sedicesimo. Se anche domani mattina la pista dovesse essere bagnata, resterebbero esclusi dalla Superpole i due piloti del team Pedercini Sandi e Lundh e Iannuzzo sulla BMW del team Grillini.

CLASSIFICA
Donington - FIM Superbike World Championship - Qualifying 1
1. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 1'30.278
2. Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 1'31.560
3. Marco Melandri (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 1'31.571
4. Sylvain Guintoli (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1'31.792
5. Davide Giugliano (Althea Racing) Aprilia RSV4 Factory 1'31.940
6. Leon Camier (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1'31.978
7. Michel Fabrizio (Red Devils Roma) Aprilia RSV4 Factory 1'32.094
8. Chaz Davies (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 1'32.103
9. Eugene Laverty (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1'32.242
10. Loris Baz (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 1'32.261
11. Jules Cluzel (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1'32.677
12. Niccolò Canepa (Team Ducati Alstare) Ducati 1098R 1'33.174
13. Max Neukirchner (MR-Racing) Ducati 1199 Panigale R 1'33.205
14. Leon Haslam (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 1'33.402
15. Carlos Checa (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 1'33.530
16. Ayrton Badovini (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale R 1'34.198
17. Federico Sandi (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1'34.405
18. Vittorio Iannuzzo (Grillini Dentalmatic SBK) BMW S1000 RR 1'38.050
19. Alexander Lundh (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1'37.334

Fonte: http://www.moto.it/Superbike/sykes-il-piu-veloce-nelle-qualifiche-sbk-di-donington.html

venerdì 24 maggio 2013

Clamoroso, Noriyuki Haga torna nel Mondiale SBK!

Il Samurai rientra in Superbike dopo un anno e mezzo di assenza: accadrà nel round di Imola il 30 giugno.
Haga correrà con la Bmw ufficiale e il rientro sarà preceduto da un test già programmato nei prossimi giorni al Mugello.
Non sarà una comparsata ma qualcosa di più serio, visto che Noriyuki prenderà parte alle restanti gare iridate.
Haga avrà la S1000RR in versione 2012 messagli a disposizione dalla Feel Racing, struttura con sede a Crespellano, nel bolognese, che da questa stagione ha in mano la gestione tecnica dell’impegno Bmw. Feel Racing però non si occupa soltanto di Melandri e Davies ma fornisce tecnologia e moto complete ad una serie di clienti racing, quindi ha materiale, competenze e personale sufficienti per gestire l’operazione Haga. Che, strategicamente non sarà direttamente legata all’impegno Bmw, anche se il giapponese avrà un supporto tecnico in linea con quello di Marco e Chaz. A maggior ragione adesso che Melandri ha scartato la ciclistica 2013 tornando a quella della scorsa stagione. Cioè la stessa che avrà Haga.
Haga è assente dal Mondiale da fine 2011 quando si chiuse l’esperienza con l’Aprilia satellite gestita dalla Dfx. Lo scorso anno Nori ha fatto il campionato britannico con la Yamaha ufficiale senza alcun risultato di rilievo.
Triste declino per uno dei piloti più veloci e carismatici che la Superbike abbia avuto.
Il Samurai ha infatti disputato 312 gare vincendone 43: solo Fogarty (59) e Bayliss (51) hanno più trionfi di lui.
Nelle due stagioni da ufficiale Ducati (2009 e 2010) era la stessa Feel Racing che gestiva la moto, quindi pilota e squadra si conoscono già molto bene. Chissà se Haga sarà ancora quel fantastico pilota che ha fatto innamorare tifosi di un paio di generazioni. Ma di sicuro il suo carisma aggiungerà interesse ad un Mondiale sempre spettacolare ma a cui mancano, in questo momento, campioni in grado di esaltare le folle anche a motori spenti.
La Superbike tornerà in mano ai vecchi draghi?
Adesso manca solo la moto per Max Biaggi smanioso di tornare….

Fonte:
http://paologozzi.gazzetta.it/2013/05/24/noriyuki-haga-torna-nel-mondiale/

martedì 21 maggio 2013

SBK: il team Liberty lascia il campionato!

Dopo i problemi finanziari emersi durante il fine settimana di Monza, il team Liberty Effenbert ha deciso di abbandonare il mondiale Superbike, lasciando di fatto a piedi il suo unico pilota, Mark Aitchison.

Si assottiglia quindi ulteriormente la griglia delle derivate di serie, già ai minimi storici degli ultimi anni. A renderlo noto è stata la squadra stessa, tramite un comunicato riportato di seguito:

"Il TEAM EFFENBERT LIBERTY RACING ringrazia la Dorna WSBK Organization Srl per avergli consentito di ripresentarsi al via per la stagione 2013, tentando così di recuperare il cospicuo valore dell'investimento in marketing e promozionale effettuato nel Campionato Mondiale Superbike a partire dal 2008 fino ad oggi, prima in sponsorizzazioni e poi in partecipazione diretta".

"Considerando che, come noto, l'obiettivo principale del nostro team è l'utilizzo del racing secondo i parametri necessari per la promozione del marchio del nostro sponsor principale e degli altri nostri partner, abbiamo riscontrato, a nostro avviso, durante queste gare alcune difficoltà oggettive nel perseguire tale obiettivo di marketing".

"Tutto ciò premesso, riteniamo che il proseguimento della avventura del Team all'interno del WSBK 2013 non sia di nostro ulteriore interesse, in quanto gli sponsor ed i partner hanno deciso di indirizzare l'investimento promozionale in altri canali che in questo momento garantiscano un rapporto sforzo economico / visibilità più appropriato al volume degli investimenti".

"Nei prossimi giorni verranno dettagliatamente comunicati i programmi operativi. Il Team coglie l'occasione per ringraziare pubblicamente, tutti coloro che hanno condiviso questa avventura e tutti coloro che hanno scritto e parlato di noi, sia nel bene che nel male".

Fonte:
http://www.gpone.com/2013052110270/SBK-il-team-Liberty-lascia-il-campionato.html#ixzz2U09wGNyq

domenica 19 maggio 2013

Furto e ritrovamento della moto di Ayrton Badovini!

La pagina imolese del Resto del Carlino ha scritto che nei giorni scorsi ad Ayrton Badovini hanno rubato la moto.
Non la 1199R Panigale ufficiale ben custodita dal team Alstare, ma quella che aveva nel garage di casa. Il ladro, evidentemente appassionato di Superbike e ben informato sugli spostamenti dei piloti, ha approffitato dell’assenza di Ayrton per fare man bassa.
Ma stavolta i Carabinieri sono stati più furbi del ladro. Durante un controllo hanno scoperto il bolide parcheggiato nei pressi di un condominio popolare di Faenza, maldestramente coperto da un telo.
Si sono insospettiti e dalla targa sono risaliti a Badovini, che nel frattempo era a Monza per correre il GP d’Italia.
La moto è tornata a casa, pericolo scampato. Badovini in questa stagione non è ancora salito sul podio Mondiale, i Carabinieri di Faenza si.
Piccolo dettaglio: Badovini è pilota ufficiale Ducati e uno s’immagina che a casa, nel tempo libero, guidi una Rossa.
Invece la moto rubata e ritrovata era una MV Brutale, preparata di tutto punto.
Ma che importa, tutto è bene quel che finisce bene.

Fonte:
http://paologozzi.gazzetta.it/2013/05/20/ayrton-badovini-il-calimero-fortunato/

sabato 18 maggio 2013

Shuhei Nakamoto contro la SBK, due campionati sono troppi!

Shuhei Nakamoto, vice presidente esecutivo di HRC conferma la posizione di Honda da anni contraria all'esistenza del Mondiale SBK.

In un periodo di crisi come questo, possono ancora sopravvivere due campionati mondiali come MotoGP e Superbike?

Per Honda è impossibile concentrarsi su due campionati e abbiamo deciso per la MotoGP. Stessa cosa ha fatto Yamaha. Solo Ducati è impegnata sui due fronti, ma è un’azienda completamente diversa. Noi produciamo moto che vanno dai ciclomotori alla Goldwing e lo sviluppo tecnologico che riusciamo a fare in MotoGP è molto migliore di quanto potremmo fare in SBK. Aprilia e Ducati, sono diverse da noi come aziende. Comunque penso che due campionati mondiali siano troppo, uno sarebbe sufficiente. Anche perché non mi sembra che le moto che corrono in Superbike siano di serie. Ho visto la gara di Monza, una BMW ha avuto un incidente, niente di troppo grande, e il telaio si è rotto. Quella sarebbe una moto di serie? Non penso che BMW venda moto tanto pericolose (ride)”.

Fonte: http://www.gpone.com/2013051810238/Nakamoto-Honda-in-F1-Tutto-uguale-in-MotoGP.html#ixzz2Tia7BDt7

venerdì 17 maggio 2013

MV Agusta F3 800!

Il Trepistoni già apprezzato sulla Brutale spingerà anche una supersportiva direttamente derivata dalla 675.

In attesa di dati ed immagini ufficiali relativi alla nuova supersportiva varesina, ma da ipotesi ragionate è lecito attendersi una potenza massima attestata attorno ai 145 cavalli e un prezzo atteso sotto i 14.000€.

La F3 800 si andrebbe quindi ad inserire in un segmento che sta tornando a popolarsi di proposte molto interessanti, dalla Suzuki GSX-R750 fino alla Ducati 848, per non parlare della "piccola" Panigale da considerarsi ormai in dirittura d'arrivo e una più che probabile declinazione sportiva del propulsore Yamaha tricilindrico a fasatura irregolare presentato allo scorso Intermot di Colonia.

La presentazione stampa è prevista per la prima settimana di giugno, mentre per l'arrivo presso le concessionarie ci sarà da attendere indicativamente fino alla fine dell'anno.

Fonte:
http://www.moto.it/news/mv-agusta-in-arrivo-f3-800.html

giovedì 16 maggio 2013

Superbike: Niccolò Canepa wild card a Donington con Ducati Alstare SBK!

L’attuale capoclassifica di campionato della Superstock 1000 FIM Cup Niccolò Canepa affiancherà i titolari del Team Ducati Alstare Carlos Checa ed Ayrton Badovini nella prossima tappa del Mondiale Superbike in programma sul celebre tracciato britannico di Donington. Grazie alla collaborazione tra Team Ducati Alstare ed il Barni Racing Team, il pilota genovese tornerà nel WSB in qualità di wild card in sella ad una terza Ducati 1199 Panigale R.

Sono molto contento di avere l’opportunità di correre con la 1199 Panigale e con il Team Ducati Alstare nella categoria Superbike“, spiega Niccolò Canepa. “Vorrei ringraziare Francis Batta del team Ducati Alstare, Ernesto Marinelli, la Ducati ed ovviamente il mio team, Barni Racing ed il manager Marco Barnabò, per aver reso possibile questo evento. Mi sono molto divertito nei test al Mugello ed ho trovato un ottimo feeling con la moto. Spero di poterli ripagare facendo due belle gare“.

Canepa aveva esordito nel Mondiale Superbike 2008 proprio da wild card a Brno con una 1098 F08 schierata ufficialmente dal team Ducati Xerox, tornando nel WSB lo scorso anno con il Team Red Devils Roma, rigorosamente in sella ad una Ducati 1198.

Fonte:
http://www.bikeracing.it/wsbk/120296_superbike-niccolo-canepa-wild-card-a-donington-con-ducati/

SBK: Incredibile, l'Aprilia non ci sta. Appello!

Gigi Dall'Igna (Direttore Tecnico-Sportivo di Aprilia Racing) ha esaminato insieme al suo staff l'intera documentazione per valutare se c'erano gli elementi per opporsi alla decisione di ridare il terzo posto a Tom Sykes!

Alla fine dell'esame il team Aprilia ha deciso di presentare Appello  ed ora dovrà attendere al massimo sei settimane per avere una risposta.

Onestamente non una bella immagine per il dopo Monza SBK che si ritrova ad avere un podio in ballo che potrebbe cambiare risultato per la terza volta!

Il motivo come al solito è da ricercare nelle vie di fughe di asfalto che tanto piacciono alla F.1, in questo caso a Monza seconda variante.

Con le vie di fuga di sabbia, come una volta, problemi del genere semplicemente non esisterebbero.

Bruno.

La Guzzi California 1400 'Best of the Best'

Per la prima volta nella storia una Moto Guzzi è incoronata tra i “Best of the Best", magazine americano da 37 anni il più autorevole punto di riferimento nel settore del lusso a livello globale.

Per l’appuntamento 2013 di “Best of the Best” Robb Report ha premiato la tecnologia, lo stile e il fascino della nuova Moto Guzzi California 1400 Custom, che ha vinto l’ambito riconoscimento nella categoria “Cruiser Motorcycles”. Si tratta di una nuova, importantissima consacrazione per la grande motocicletta del “marchio dell’aquila” intorno alla quale Moto Guzzi ha organizzato, a partire dal Salone di Milano Eicma 2012, un lungo road show mediatico che ha coinvolto centinaia di giornalisti nelle anteprime di Cannes, Monte Carlo, Barcellona e, nel mese scorso, Los Angeles per il debutto sul mercato USA.

La più grande Moto Guzzi mai costruita prima d’ora ha conquistato non solo il favore della critica – con straordinarie recensioni da parte della stampa d’informazione e specializzata – ma anche il cuore di una famosissima star hollywoodiana come Ewan McGregor. L’attore scozzese ha infatti scelto di legare la propria immagine a quella di Moto Guzzi California 1400, e di diventare protagonista di una straordinaria campagna fotografica con i modelli California Touring e Custom interamente scattata sulle coste e nei deserti della Western Australia.

Fonte:
http://www.gpone.com/2013051410200/La-Guzzi-California-1400-Best-of-the-Best.html#ixzz2TTK64QIt

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