Gabriele Del Torchio, amministratore delegato, nella conferenza stampa di presentazione di Valentino Rossi lo aveva escluso ma sembra che abbia prevalso la linea della fermezza contro il regolamento: nel 2011 la Ducati non parteciperà ufficialmente al campionato mondiale Superbike.
Quello che GPone.com aveva anticipato - e che non voleva sportivamente accettare... - sembra, quindi, che si avveri alle 15 quando verrà diffuso il comunicato ufficiale.
La Casa di Borgo Panigale, quindi, dovrebbe lasciare - salvo colpi di scena clamorosi negli ultimi minuti - il campionato che l'ha rilanciata e al quale ha dato molto, credendoci anche nei momenti più difficili.
Dopo 13 titoli mondiali piloti e 16 marche vinti Ducati abbandona una categoria che si identifica con le bicilindriche bolognesi e che - pur continuando a vivere - avrà senza dubbio un contraccolpo di immagine da questo abbandono.
Rimane inspiegabile la scelta - considerando tutte le questioni già analizzate su GPone.com, relative alla copertura economica (leggi sponsor) e all'arrivo della nuova moto - che penalizza una tipologia di moto che si identifica con l'intera produzione Ducati e con la sua filosofia.
La proprietà e la gestione della Casa bolognese hanno fatto una scelta mediatica, privilegiando l'immagine spettacolare della MotoGP, che non ha NESSUN collegamento produttivo con le moto che escono dallo stabilimento di Borgo Panigale, tutte rigorosamente a due cilindri.
Alle 15 ne sapremo qualcosa in più e forse capiremo se ci sarà uno spiraglio per una presenza qualificata nel Mondiale Superbike (moto in gestione?).
http://www.gpone.com/index.php/it/slider/1603-ducati-rinuncia-alla-superbike.html
venerdì 27 agosto 2010
lunedì 9 agosto 2010
Superbike: Max Biaggi “Con Aprilia non ho ancora firmato”
La volontà c’è, non ancora la firma. Questa in sintesa la situazione contrattuale tra Max Biaggi e l’Aprilia per un futuro ancora insieme nel World Superbike, con lo stesso capoclassifica di campionato che ha pubblicamente chiarito la sua posizione in merito con un intervento sul proprio sito internet ufficiale, max-biaggi.com, sperando di trovare l’accordo al rientro dalle vacanze estive.
“Si è parlato molto del mio contratto, ma nulla ancora è stato definito e ancor meno firmato“, spiega il quattro volte iridato della 250cc.
“Ci siamo presi il mese di agosto per capire se gli ultimi ostacoli possono essere superati. Voglio credere che l’ottimismo dichiarato apertamente dall’Amministratore Delegato Leo Mercanti possa portare alla risoluzione della cosa“.
Smentite le voci di queste settimane, Max Biaggi ha parlato inoltre della gara di Silverstone dove con un 5° ed un 6° posto ha perso soltanto 8 punti in classifica rispetto a Leon Haslam.
“La gara di Silverstone è stata difficile e il fattore pista ha dato una spinta in più a tutti i piloti britannici, che di colpo, sono diventati temibili per la vittoria. Ho corso con la testa ma sono abituato a portare a casa altri risultati“.
In conclusione non può che parlare della sua strategia per conquistare il titolo mondiale Superbike 2010.
“Mancano solo tre gare alla fine e dobbiamo affrontarle singolarmente per trarne il massimo vantaggio da ognuna. Non ci saranno cambiamenti o evoluzioni nella moto fino alla fine di quest’anno, perché come detto dall ingegnere Dall’Igna l’affidabilità è fondamentale, soprattutto in questo momento“.
Fonte: http://www.bikeracing.it
“Si è parlato molto del mio contratto, ma nulla ancora è stato definito e ancor meno firmato“, spiega il quattro volte iridato della 250cc.
“Ci siamo presi il mese di agosto per capire se gli ultimi ostacoli possono essere superati. Voglio credere che l’ottimismo dichiarato apertamente dall’Amministratore Delegato Leo Mercanti possa portare alla risoluzione della cosa“.
Smentite le voci di queste settimane, Max Biaggi ha parlato inoltre della gara di Silverstone dove con un 5° ed un 6° posto ha perso soltanto 8 punti in classifica rispetto a Leon Haslam.
“La gara di Silverstone è stata difficile e il fattore pista ha dato una spinta in più a tutti i piloti britannici, che di colpo, sono diventati temibili per la vittoria. Ho corso con la testa ma sono abituato a portare a casa altri risultati“.
In conclusione non può che parlare della sua strategia per conquistare il titolo mondiale Superbike 2010.
“Mancano solo tre gare alla fine e dobbiamo affrontarle singolarmente per trarne il massimo vantaggio da ognuna. Non ci saranno cambiamenti o evoluzioni nella moto fino alla fine di quest’anno, perché come detto dall ingegnere Dall’Igna l’affidabilità è fondamentale, soprattutto in questo momento“.
Fonte: http://www.bikeracing.it
2011: Marco Melandri in Superbike con BMW, Dovizioso prende il suo posto nel team Gresini!
Non abbiamo ancora l’ufficialità, ma fonti interne ben informate ci hanno illuminato su questa vicenda. E’ da qualche tempo che si parla del futuro di Marco Melandri, e da quando Casey Stoner ha firmato con la Honda, anche la prossima stagione di Andrea Dovizioso è avvolta nel mistero.
La soluzione arriverebbe con una “sostituzione” nelle file del Team Gresini: il Dovi affiancherebbe Marco Simoncelli, e inforcherebbe una Honda semi-ufficiale come quella del suo compagno.
Per Melandri invece sembra confermata il salto di categoria.
Fra le derivate di serie, è pronto per lui un posto in BMW, nel team ufficiale accanto a Troy Corser, e al posto di Ruben Xaus.
Il pilota Forlivese passerà da una moto ufficialissima ad una semi-ufficiale. Il contributo nello sviluppo e i bei risultati ottenuti con HRC sembrano aver perso significato per i dirigenti giapponesi, che punteranno tutto sul nuovo arrivato australiano, trattando a pesci in faccia il Dovi. Non è la prima volta che gli ufficialissimi di Honda si comportano in questo modo, purtroppo.
Fonte: http://www.motoblog.it/
La soluzione arriverebbe con una “sostituzione” nelle file del Team Gresini: il Dovi affiancherebbe Marco Simoncelli, e inforcherebbe una Honda semi-ufficiale come quella del suo compagno.
Per Melandri invece sembra confermata il salto di categoria.
Fra le derivate di serie, è pronto per lui un posto in BMW, nel team ufficiale accanto a Troy Corser, e al posto di Ruben Xaus.
Il pilota Forlivese passerà da una moto ufficialissima ad una semi-ufficiale. Il contributo nello sviluppo e i bei risultati ottenuti con HRC sembrano aver perso significato per i dirigenti giapponesi, che punteranno tutto sul nuovo arrivato australiano, trattando a pesci in faccia il Dovi. Non è la prima volta che gli ufficialissimi di Honda si comportano in questo modo, purtroppo.
Fonte: http://www.motoblog.it/
venerdì 6 agosto 2010
Rossi, Biaggi e gli universi paralleli!
Non so se le avete mai viste quelle fiction che vanno adesso, con mondi paralleli che si incontrano e si contaminano…
Beh, sta succedendo un po' la stessa cosa con i due mondi della SBK e della Moto GP.
Beh, sta succedendo un po' la stessa cosa con i due mondi della SBK e della Moto GP.
Sia chiaro, i mercati sono sempre stati un po' comunicanti con i piloti che andavano di qua e di là ma ultimamente sta succedendo di tutto e di più, e c'è da notare che oltre che comunicare, i due mondi, un po' si modificano e si stravolgono.
Ha iniziato Valentino che ha provato la R1 di Toseland, ed ha creato uno strappo temporale insanabile, come da buon film di fantascienza che si rispetti, con tempi non raffrontabili e realtà parallele che hanno un po'confuso chi scrive e ancora più chi legge e le ripercussioni si sono avute un po' dappertutto.
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Ha iniziato Valentino che ha provato la R1 di Toseland, ed ha creato uno strappo temporale insanabile, come da buon film di fantascienza che si rispetti, con tempi non raffrontabili e realtà parallele che hanno un po'confuso chi scrive e ancora più chi legge e le ripercussioni si sono avute un po' dappertutto.
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Del resto“comunicano", ed anche direttamente, i management dei due mondiali.
E' recentissimo lo“scazzo” fra Ezpeleta e Flammini.
E' recentissimo lo“scazzo” fra Ezpeleta e Flammini.
Una cosa mai accaduta, precedentemente, perlomeno non con questi toni.
Il motivo del contendere sono i regolamenti: Ezpeleta si batte per poter utilizzare motori derivati dalla serie e per giustificare la sua richiesta, figlia di una griglia veramente povera di partenti, afferma che è il suo campionato, la MotoGP, il più seguito e dal che deduce di poter fare come meglio gli pare.
Il motivo del contendere sono i regolamenti: Ezpeleta si batte per poter utilizzare motori derivati dalla serie e per giustificare la sua richiesta, figlia di una griglia veramente povera di partenti, afferma che è il suo campionato, la MotoGP, il più seguito e dal che deduce di poter fare come meglio gli pare.
Una asserzione che, se sarà confermata dalla FIM, alla lunga potrebbe portare verso un campionato unico: altro che mondi paralleli?
D'altro canto il manager italiano minaccia le carte bollate, forte di una crescita decisamente positiva del mondiale delle derivate di serie, che nonostante numeri assoluti più bassi della MotoGP è però meno Valentino Rossi dipendente di quanto la Superbike lo sia di Max Biaggi.
La conseguenza di questi colpi di calore estivi è che la stampa è ormai impegnata a parlare più che del quasi mondiale di Lorenzo, delle capacità taumaturgiche di un Rossi/Supereroe che da zoppo va come i sani dell'altro campionato, che fa gli assetti alla moto di Crutchlow dopo aver provato quella di Toseland, che guarisce i meccanici e rallenta i cronometri.
Il tutto, non ce ne vogliate ma è un po' così, per scalfire il prestigio dell'altro mondiale.
Ma del resto è bellissimo, in un momento in cui non c'è molto da dire, poter giocare addirittura su due tavoli e dare nuove scosse al motociclismo da ombrellone, che come il calcio riempie giornate di discussioni.
Mondi paralleli anche fra tifosi. Quelli della MotoGP, notoriamente più frivoli e meno tecnici, scoprono la Superbike, se non altro come palestra per rientrare in forma, una specie di campionato di rilancio, di serie B per ritrovare la condizione.
Quelli della Superbike, da sempre supertecnici, scoprono basiti che certa stampa chiamata a raccontare certe gesta, è fatta di tifosi che ne sanno meno di loro, e quindi giù critiche, a volte anche di cattivo gusto che rimbalzano sui social network, da facebook a twitter, sempre più espressione dei veri umori dei tifosi, liberi finalmente di scrivere anch'essi le proprie opinioni.
Il che, tirando le somme, alla fine serve a tutti, perché produce tanta lettura e altrettanta scrittura. Proprio ciò che serve in attesa del GP
Ma perché? Perché dove scarseggiano i soldi e gli eventi, arriva l'amalgama forzato, e la globalizzazione è una globalizzazione che penalizza le risorse migliori, quelle del polso, e quelle della testa, ma produce tanto leggere e tanto scrivere. E questo alla fine va sempre bene. In attesa del GP di Brno e di quello (SBK) del Nurburgring.
Fonte: http://www.gpone.com/
D'altro canto il manager italiano minaccia le carte bollate, forte di una crescita decisamente positiva del mondiale delle derivate di serie, che nonostante numeri assoluti più bassi della MotoGP è però meno Valentino Rossi dipendente di quanto la Superbike lo sia di Max Biaggi.
La conseguenza di questi colpi di calore estivi è che la stampa è ormai impegnata a parlare più che del quasi mondiale di Lorenzo, delle capacità taumaturgiche di un Rossi/Supereroe che da zoppo va come i sani dell'altro campionato, che fa gli assetti alla moto di Crutchlow dopo aver provato quella di Toseland, che guarisce i meccanici e rallenta i cronometri.
Il tutto, non ce ne vogliate ma è un po' così, per scalfire il prestigio dell'altro mondiale.
Ma del resto è bellissimo, in un momento in cui non c'è molto da dire, poter giocare addirittura su due tavoli e dare nuove scosse al motociclismo da ombrellone, che come il calcio riempie giornate di discussioni.
Mondi paralleli anche fra tifosi. Quelli della MotoGP, notoriamente più frivoli e meno tecnici, scoprono la Superbike, se non altro come palestra per rientrare in forma, una specie di campionato di rilancio, di serie B per ritrovare la condizione.
Quelli della Superbike, da sempre supertecnici, scoprono basiti che certa stampa chiamata a raccontare certe gesta, è fatta di tifosi che ne sanno meno di loro, e quindi giù critiche, a volte anche di cattivo gusto che rimbalzano sui social network, da facebook a twitter, sempre più espressione dei veri umori dei tifosi, liberi finalmente di scrivere anch'essi le proprie opinioni.
Il che, tirando le somme, alla fine serve a tutti, perché produce tanta lettura e altrettanta scrittura. Proprio ciò che serve in attesa del GP
Ma perché? Perché dove scarseggiano i soldi e gli eventi, arriva l'amalgama forzato, e la globalizzazione è una globalizzazione che penalizza le risorse migliori, quelle del polso, e quelle della testa, ma produce tanto leggere e tanto scrivere. E questo alla fine va sempre bene. In attesa del GP di Brno e di quello (SBK) del Nurburgring.
Fonte: http://www.gpone.com/
MotoGP: Tech 3 perde Spies per il 2011, ma arriva Crutchlow!
A Brno molte trattative di mercato potrebbero trovare una soluzione, ma già in piena estate Hervè Poncharal, titolare del team Tech 3, è al lavoro per programmare al meglio la stagione 2011. Con Ben Spies diretto al team ufficiale in sostituzione di Valentino Rossi è Cal Crutchlow in pole position, come confermato dallo stesso Poncharal in un’intervista a Moto Caradisiac.
“Per il 2011 devo trovare un nuovo pilota, forse due se anche Colin (Edwards) se ne va. Cal Crutchlow è sicuramente il favorito, è lui la prima scelta. Domenica dopo la gara di Brno è atteso l’annuncio da parte di Yamaha e Ducati riguardante Valentino Rossi: dopo questa comunicazione sarà tutto più chiaro, anche per noi”.
Poncharal ha escluso la candidatura di Andrea Dovizioso “E’ quasi impossibile, dovrebbe abbandonare un contratto già siglato con la HRC per il 2011 a seguito dei risultati raggiunti per venire da noi con una moto privata e ad un quarto dell’attuale ingaggio“.
Hervè ha poi confermato la sponsorizzazione Monster Energy anche per le prossime due stagioni (2011 e 2012) per la MotoGP e, probabilmente, anche la Moto2.
Fonte: http://www.bikeracing.it
“Per il 2011 devo trovare un nuovo pilota, forse due se anche Colin (Edwards) se ne va. Cal Crutchlow è sicuramente il favorito, è lui la prima scelta. Domenica dopo la gara di Brno è atteso l’annuncio da parte di Yamaha e Ducati riguardante Valentino Rossi: dopo questa comunicazione sarà tutto più chiaro, anche per noi”.
Poncharal ha escluso la candidatura di Andrea Dovizioso “E’ quasi impossibile, dovrebbe abbandonare un contratto già siglato con la HRC per il 2011 a seguito dei risultati raggiunti per venire da noi con una moto privata e ad un quarto dell’attuale ingaggio“.
Hervè ha poi confermato la sponsorizzazione Monster Energy anche per le prossime due stagioni (2011 e 2012) per la MotoGP e, probabilmente, anche la Moto2.
Fonte: http://www.bikeracing.it
giovedì 5 agosto 2010
Fabrizio nel "mirino" Yamaha!
Al rientro da Silverstone dove (finalmente) Cal Crutchlow ha vinto - due volte - portando nuovamente la Yamaha sul gradino più alto del podio, a Gerno di Lesmo c'è stata una riunione strategica per la squadra dei tre diapason 2011.
L'elemento più importante della riunione presieduta da Laurens Klein Koerkamp, responsabile sportivo della Yamaha Racing Europa, è stata la conferma ufficiale della presenza della squadra Superbike guidata da Massimo "Maio" Meregalli nel mondiale 2011.
A questo punto il team manager lombardo può pensare alla scelta dei due piloti.
Quattro, sembra, siano i nomi inseriti nella lista, a cominciare da Cal Crutchlow, che la Casa giapponese vorrebbe mantenere in questa squadra e in questo Campionato.
Meregalli, poi, ha avuto sempre il desiderio di avere un pilota italiano che manca dalla squadra di riferimento della Yamaha dal 2000, quando Vittoriano Guareschi gareggiava a fianco a Nori Haga. La scadenza del contratto di Michel Fabrizio con la Ducati sta offrendo una possibilità molto concreta - considerando che a Borgo Panigale continua ad essere nebulosa la situazione della squadra rossa 2011 - affinché il desiderio di Maio possa concretizzarsi. E voci di paddock danno anche come possibile un interessamento, in seconda battuta, verso Luca Scassa.
Altri nomi che circolano sono quelli di James Toseland (che ha una minima possibilità di essere confermato), dei piloti Supersport Eugene Laverty e Joan Lascorz, mentre una delle maggiori priorità è rappresentata da Jonathan Rea se si libererà dal contratto Honda.
Al Nurburgring la situazione dovrebbe essere molto più chiara...
Fonte: http://www.gpone.com/
L'elemento più importante della riunione presieduta da Laurens Klein Koerkamp, responsabile sportivo della Yamaha Racing Europa, è stata la conferma ufficiale della presenza della squadra Superbike guidata da Massimo "Maio" Meregalli nel mondiale 2011.
A questo punto il team manager lombardo può pensare alla scelta dei due piloti.
Quattro, sembra, siano i nomi inseriti nella lista, a cominciare da Cal Crutchlow, che la Casa giapponese vorrebbe mantenere in questa squadra e in questo Campionato.
Meregalli, poi, ha avuto sempre il desiderio di avere un pilota italiano che manca dalla squadra di riferimento della Yamaha dal 2000, quando Vittoriano Guareschi gareggiava a fianco a Nori Haga. La scadenza del contratto di Michel Fabrizio con la Ducati sta offrendo una possibilità molto concreta - considerando che a Borgo Panigale continua ad essere nebulosa la situazione della squadra rossa 2011 - affinché il desiderio di Maio possa concretizzarsi. E voci di paddock danno anche come possibile un interessamento, in seconda battuta, verso Luca Scassa.
Altri nomi che circolano sono quelli di James Toseland (che ha una minima possibilità di essere confermato), dei piloti Supersport Eugene Laverty e Joan Lascorz, mentre una delle maggiori priorità è rappresentata da Jonathan Rea se si libererà dal contratto Honda.
Al Nurburgring la situazione dovrebbe essere molto più chiara...
Fonte: http://www.gpone.com/
mercoledì 4 agosto 2010
Superbike-MotoGP, la sfida è iniziata!
La decima tappa del campionato del mondo Superbike, andata in scena domenica a Silverstone, somiglia a qualcosa di molto simile a uno spartiacque. Non solo perché il leader del mondiale Max Biaggi ha saputo contenere la prevedibile reazione di Haslam limitando a 8 i punti persi nei confronti dell'inglese e ipotecando di fatto un titolo che si preannuncia storico; né perché si è assistito alla definitiva consacrazione di Cal Crutchlow, velocissimo in qualifica, dove finora aveva conquistato 5 Superpole su 10 disponibili, e finalmente vittorioso anche in gara, con estrema soddisfazione della Yamaha che torna sul gradino più alto del podio per la prima volta dal 25 ottobre 2009.
Il significato più rilevante di cui la tappa inglese è foriera, in realtà, è meno manifesto, più nascosto, tanto da essere sfuggito a gran parte degli addetti ai lavori.
La vera notizia è che per la prima volta una derivata di serie risulta più veloce del prototipo GP del team ufficiale della stessa casa motociclistica.
Andrebbe letto due volte per capire la portata delle implicazioni che tale dato porta con sé. Roba, questa sì, da far alzare tutti in piedi sul divano: ultras occasionalmente prestati alla MotoGP, giornalisti ossequiosi, Ezpeleta, Bridgestone e Dorna al completo.
In tempi in cui qualche penna eccessivamente euforica ha fatto passare quello delle derivate di serie per un campionato di bolliti, il confronto tra i giri veloci fatti registrare in MotoGP e Superbike era d'obbligo.
Silverstone, finora unica pista insieme con Assen su cui quest'anno si è corso in entrambe le classi - la prossima sarà Brno il 15 agosto -, ci ha offerto lo spunto per smascherare ogni falso preconcetto.
Il risultato è che la GSX-R di Haslam a Silverstone ha superato la GSV-R di entrambi i piloti del team ufficiale Suzuki Rizla: in gara 1, domenica, Haslam ha fermato il crono in 2'05.570, contro i 2'06.028 di Capirossi e i 2'05.762 di Bautista.
Non è la prima volta che i tempi stampati in Superbike sono migliori di quelli ottenuti sugli stessi tracciati in MotoGP, ma quando ciò è accaduto c'era il trucco: a Donington, nel 2009, ad esempio, la Superbike ha girato oltre un secondo più veloce della MotoGP, ma la gara della classe regina si svolse con la pioggia, quindi con condizioni climatiche nettemente differenti.
Per la prima volta, invece, domenica una derivata di serie ha superato il prototipo GP ufficiale dello stesso marchio in condizioni meteo pressocché identiche.
Anzi, a volerla dire tutta, il minimo scarto climatico stavolta era a favore della classe regina, visto che quando corse a Silverstone i gradi sull'asfalto erano 29, circa 7 in più rispetto a quelli di domenica in gara1.
Mezzo secondo più veloce di Capirossi vuol dire tanta roba. Troppa roba. Così tanta che il reparto corse della Suzuki non può che battersi il petto per aver mandato sotto la pressa oltre l'80% del materiale 2009 di MotoGP, nettamente più performante di quello attuale, preferendo continuare a investire sullo sviluppo di un prototipo mediocre anziché rispondere alle richieste di aiuto del team Alstare di Superbike, abbandonato quando era in piena lotta per la conquista di un titolo che ora appare un'impresa impossibile.
Ma a quello della casa di Hamamatsu dovrebbero aggiungersene altri, di mea culpa: in primis quello della Dorna, che tra la scelta discutibile di passare alla classe 800 (su cui ha già fatto dietrofront, visto che nel 2012 si tornerà alle vecchie 1000), quella ancor più incomprensibile di limitare le sessioni di test, e la dubbia capacità di schierare un numero di moto superiore a quello che va a punti, si ritrova sotto il fuoco nemico da tutte le parti. Ma anche la Bridgestone non è stata da meno: la casa giapponese, inseguendo il sogno dello pneumatico perfetto, si è ritrovata a produrre gomme performanti solo se scaldate da una fiamma ossidrica e morbide come quelle montate sulla macchina dei Flintstones.
Al di là del gap tecnico che può o non può esserci tra Haslam, Capirossi e Bautista - sicuramente rilevante, ma non determianante -, le concause della storica vittoria della Superbike sulla MotoGP sono da ricercarsi altrove.
Nella capacità organizzativa della Infront, ad esempio; nell'equilibrio tra sicurezza e performance raggiunto dalla Pirelli, forse. Più in generale, però, quella di domenica è stata la vittoria della passione sullo star system, dell'olio per motori sull'acqua di colonia, del dito mozzato di Bayliss sul "piedino fuori" di Valentino, di un abito mentale che se ne frega (o almeno ci prova) di share televisivo, pressioni esterne e scenette da teatrino di periferia.
Un mondo dove l'unica cosa che conta è dare gas. Tanto gas. I risultati ne sono soltanto la conseguenza.
Fonte: http://www.rsnews.it/
Il significato più rilevante di cui la tappa inglese è foriera, in realtà, è meno manifesto, più nascosto, tanto da essere sfuggito a gran parte degli addetti ai lavori.
La vera notizia è che per la prima volta una derivata di serie risulta più veloce del prototipo GP del team ufficiale della stessa casa motociclistica.
Andrebbe letto due volte per capire la portata delle implicazioni che tale dato porta con sé. Roba, questa sì, da far alzare tutti in piedi sul divano: ultras occasionalmente prestati alla MotoGP, giornalisti ossequiosi, Ezpeleta, Bridgestone e Dorna al completo.
In tempi in cui qualche penna eccessivamente euforica ha fatto passare quello delle derivate di serie per un campionato di bolliti, il confronto tra i giri veloci fatti registrare in MotoGP e Superbike era d'obbligo.
Silverstone, finora unica pista insieme con Assen su cui quest'anno si è corso in entrambe le classi - la prossima sarà Brno il 15 agosto -, ci ha offerto lo spunto per smascherare ogni falso preconcetto.
Il risultato è che la GSX-R di Haslam a Silverstone ha superato la GSV-R di entrambi i piloti del team ufficiale Suzuki Rizla: in gara 1, domenica, Haslam ha fermato il crono in 2'05.570, contro i 2'06.028 di Capirossi e i 2'05.762 di Bautista.
Non è la prima volta che i tempi stampati in Superbike sono migliori di quelli ottenuti sugli stessi tracciati in MotoGP, ma quando ciò è accaduto c'era il trucco: a Donington, nel 2009, ad esempio, la Superbike ha girato oltre un secondo più veloce della MotoGP, ma la gara della classe regina si svolse con la pioggia, quindi con condizioni climatiche nettemente differenti.
Per la prima volta, invece, domenica una derivata di serie ha superato il prototipo GP ufficiale dello stesso marchio in condizioni meteo pressocché identiche.
Anzi, a volerla dire tutta, il minimo scarto climatico stavolta era a favore della classe regina, visto che quando corse a Silverstone i gradi sull'asfalto erano 29, circa 7 in più rispetto a quelli di domenica in gara1.
Mezzo secondo più veloce di Capirossi vuol dire tanta roba. Troppa roba. Così tanta che il reparto corse della Suzuki non può che battersi il petto per aver mandato sotto la pressa oltre l'80% del materiale 2009 di MotoGP, nettamente più performante di quello attuale, preferendo continuare a investire sullo sviluppo di un prototipo mediocre anziché rispondere alle richieste di aiuto del team Alstare di Superbike, abbandonato quando era in piena lotta per la conquista di un titolo che ora appare un'impresa impossibile.
Ma a quello della casa di Hamamatsu dovrebbero aggiungersene altri, di mea culpa: in primis quello della Dorna, che tra la scelta discutibile di passare alla classe 800 (su cui ha già fatto dietrofront, visto che nel 2012 si tornerà alle vecchie 1000), quella ancor più incomprensibile di limitare le sessioni di test, e la dubbia capacità di schierare un numero di moto superiore a quello che va a punti, si ritrova sotto il fuoco nemico da tutte le parti. Ma anche la Bridgestone non è stata da meno: la casa giapponese, inseguendo il sogno dello pneumatico perfetto, si è ritrovata a produrre gomme performanti solo se scaldate da una fiamma ossidrica e morbide come quelle montate sulla macchina dei Flintstones.
Al di là del gap tecnico che può o non può esserci tra Haslam, Capirossi e Bautista - sicuramente rilevante, ma non determianante -, le concause della storica vittoria della Superbike sulla MotoGP sono da ricercarsi altrove.
Nella capacità organizzativa della Infront, ad esempio; nell'equilibrio tra sicurezza e performance raggiunto dalla Pirelli, forse. Più in generale, però, quella di domenica è stata la vittoria della passione sullo star system, dell'olio per motori sull'acqua di colonia, del dito mozzato di Bayliss sul "piedino fuori" di Valentino, di un abito mentale che se ne frega (o almeno ci prova) di share televisivo, pressioni esterne e scenette da teatrino di periferia.
Un mondo dove l'unica cosa che conta è dare gas. Tanto gas. I risultati ne sono soltanto la conseguenza.
Fonte: http://www.rsnews.it/
Cal Cruthchlow: MotoGp subito!
“Ho 24 anni e non ho tempo da perdere in Superbike”!
«Gare come questa possono cambiarti la vita». Cal Crutchlow saluta il pubblico, bacia il padre e la fidanzata e poi comincia a parlare del trionfo, di Valentino Rossi, della Yamaha, dei suoi sogni. Rossi ha provato la Yamaha R1 a Brno e tu la gara dopo hai rotto finalmente il digiuno. La squadra ha detto che la moto era la stessa di sempre.
Tu puoi dire qualcosa in più? «Vale ha un’esperienza enorme e ci ha dato una grossa mano. Anch’io avevo capito che il problema della R1 era l’erogazione troppo brusca, ma ci avevamo girato intorno senza riuscire a trovare la soluzione. Lui invece ha dato la dritta giusta, consigliando ai tecnici di cambiare le regolazioni elettroniche nella prima fase dell’apertura del gas».
Quindi Valentino è stato determinante… «Perché negarlo? A me fa piacere riconoscere i suoi meriti. Non scopriamo certo adesso che è il più grande».
Perché, pur girando fortissimo fin dai test invernali, hai vinto solo al decimo round? «Ho sofferto spesso di eccessiva usura del pneumatico. Non eravamo a posto, l’ho detto, e qui invece siamo scesi in pista con una moto che era un violino. Poi ho avuto anche una bella dose di sfortuna, perché in alcune occasioni avrei potuto farcela e invece me ne sono successe di tutti i colori».
È stata dura battere Rea? «Andava forte, decisamente, e per stargli dietro ho fatto anche un paio di errori. Ma stavolta la Yamaha era un missile, le gomme funzionavano ed io volevo a tutti i costi questa vittoria. Il massimo non bastava, ho dato ancora di più e ce l’ho fatta. Credo che gli appassionati si siano divertiti, io e Jonathan abbiamo offerto un bello show».
Dicono che la Yamaha Superbike voglia tenerti a tutti i costi… «Dite? A me non sembra. Lawrence Koerkamp (responsabile corse di Yamaha Europa, ndr) mi ha fatto proprio oggi un’offerta veramente ridicola. Chiedetegli se non è vero. E poi, anche se mi offrissero di più, io in Superbike non vorrei starci comunque».
Puoi spiegare meglio? «Voglio andare in MotoGP. Subito. Mi hanno detto che alla Tech3 ci potrebbe essere un posto libero, forse due, e se mi chiamano io ci vado al volo. Perché ho 24 anni e non ho tempo da perdere. Devo conoscere la MotoGP, i circuiti del Motomondiale. Non posso permettermi di restare un altro anno in Superbike».
Eppure se resti potresti essere uno dei candidati al titolo 2012… «Sì, certo. Oppure potrei rompermi una gamba alla prima gara, perdere tutta la stagione, dover ricominciare tutto da capo e restare in Superbike per altri dieci anni».
Se vai in MotoGP però, Valentino Rossi non ti aiuterà più... «È il mio idolo da sempre, non ho mai pensato di poterlo battere. Ma se mi dovessi trovare in griglia con lui, anche qualche fila dietro, questo sì che sarebbe un sogno che diventa realtà».
Fonte: http://www.motosprint.it/
«Gare come questa possono cambiarti la vita». Cal Crutchlow saluta il pubblico, bacia il padre e la fidanzata e poi comincia a parlare del trionfo, di Valentino Rossi, della Yamaha, dei suoi sogni. Rossi ha provato la Yamaha R1 a Brno e tu la gara dopo hai rotto finalmente il digiuno. La squadra ha detto che la moto era la stessa di sempre.
Tu puoi dire qualcosa in più? «Vale ha un’esperienza enorme e ci ha dato una grossa mano. Anch’io avevo capito che il problema della R1 era l’erogazione troppo brusca, ma ci avevamo girato intorno senza riuscire a trovare la soluzione. Lui invece ha dato la dritta giusta, consigliando ai tecnici di cambiare le regolazioni elettroniche nella prima fase dell’apertura del gas».
Quindi Valentino è stato determinante… «Perché negarlo? A me fa piacere riconoscere i suoi meriti. Non scopriamo certo adesso che è il più grande».
Perché, pur girando fortissimo fin dai test invernali, hai vinto solo al decimo round? «Ho sofferto spesso di eccessiva usura del pneumatico. Non eravamo a posto, l’ho detto, e qui invece siamo scesi in pista con una moto che era un violino. Poi ho avuto anche una bella dose di sfortuna, perché in alcune occasioni avrei potuto farcela e invece me ne sono successe di tutti i colori».
È stata dura battere Rea? «Andava forte, decisamente, e per stargli dietro ho fatto anche un paio di errori. Ma stavolta la Yamaha era un missile, le gomme funzionavano ed io volevo a tutti i costi questa vittoria. Il massimo non bastava, ho dato ancora di più e ce l’ho fatta. Credo che gli appassionati si siano divertiti, io e Jonathan abbiamo offerto un bello show».
Dicono che la Yamaha Superbike voglia tenerti a tutti i costi… «Dite? A me non sembra. Lawrence Koerkamp (responsabile corse di Yamaha Europa, ndr) mi ha fatto proprio oggi un’offerta veramente ridicola. Chiedetegli se non è vero. E poi, anche se mi offrissero di più, io in Superbike non vorrei starci comunque».
Puoi spiegare meglio? «Voglio andare in MotoGP. Subito. Mi hanno detto che alla Tech3 ci potrebbe essere un posto libero, forse due, e se mi chiamano io ci vado al volo. Perché ho 24 anni e non ho tempo da perdere. Devo conoscere la MotoGP, i circuiti del Motomondiale. Non posso permettermi di restare un altro anno in Superbike».
Eppure se resti potresti essere uno dei candidati al titolo 2012… «Sì, certo. Oppure potrei rompermi una gamba alla prima gara, perdere tutta la stagione, dover ricominciare tutto da capo e restare in Superbike per altri dieci anni».
Se vai in MotoGP però, Valentino Rossi non ti aiuterà più... «È il mio idolo da sempre, non ho mai pensato di poterlo battere. Ma se mi dovessi trovare in griglia con lui, anche qualche fila dietro, questo sì che sarebbe un sogno che diventa realtà».
Fonte: http://www.motosprint.it/
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