L’uragano “Mich” si è abbattuto sul circuito di Kyalami: nei test Pirelli del Mondiale Superbike effettuati sul circuito sudafricano il romano è rimasto davanti a tutti dal primo all’ultimo giorno, mantenendo sempre la sua Ducati in cima alla lista dei tempi.Come accaduto ieri nel secondo giorno di prove, anche oggi Fabrizio ha messo subito le cose in chiaro, segnando in mattinata il tempo di 1’39”714, limite che nessuno è riuscito a raggiungereIl gran caldo ha reso la giornata di prove abbastanza noiosa per buona parte della tarda mattinata e del pomeriggio, con pochi piloti in pista e tempi alti, dopodiché, dopo le 16, nell’ultima ora a disposizione, i piloti hanno montato le gomme più morbide alla ricerca del giro veloce.
Nessuno è però riuscito a battere Fabrizio che, anzi, è sceso dalla moto utilizzata al mattino (la 2) salendo sulla moto 1 arrivando a pochi millesimi dal suo miglior tempo in 1’39”741.
Gli unici altri piloti a scendere sotto la barriera del minuto e 40 secondi sono stati Ben Spies con la Yamaha, autore di 1’39”978, e Noriyuki Haga, terzo a un soffio dal texano in 1’39”984.
Come ieri la Casa di Borgo Panigale ha perciò sfiorato la doppietta, a dimostrazione che la 1098 F09 è ancora competitiva, nonostante i grandi sforzi che stanno facendo gli altri costruttori, soprattutto Yamaha e Suzuki che hanno continuato a Kyalami lo sviluppo delle loro nuovissime moto.A seguire c’è la coppia della Honda Rea-Checa (con Kiyonari invece più attardato) e la coppia Suzuki, con Neukirchner sesto che ha fatto meglio del compagno Kagayama.Max Biaggi, rallentato in tarda mattinata da una rottura al motore della sua Aprilia RSV4, ha chiuso le prove sudafricane in ottava posizione a 1" dalla vetta, mentre la prima BMW è quella di Troy Corser, decimo a 1”4 da Fabrizio: l’australiano a metà giornata è anche incappato in una caduta.
Test a Kyalami, i tempi finali:
1. Michel Fabrizio (Ducati) – 1’39”714
2. Ben Spies (Yamaha) – 1’39”978
3. Noriyuki Haga (Ducati) – 1’39”984
4. Jonathan Rea (Honda) – 1’40”035
5. Carlos Checa (Honda) – 1’40”170
6. Max Neukirchner (Suzuki) – 1’40”394
7. Yukio Kagayama (Suzuki) – 1’40”657
8. Max Biaggi (Aprilia) – 1’40”768
9. Ryuichi Kiyonari (Honda) – 1’41”067
10. Troy Corser (BMW) – 1’41”102
11. Shinya Nakano (Aprilia) – 1’41”331
12. Tom Sykes (Yamaha) – 1’41”562
13. Ruben Xaus (BMW) – 1’41”996
Fonte: http://www.gpone.com/






Michel Fabrizio si è confermato il più veloce anche nel secondo giorno di test Pirelli della Superbike sul circuito di Kyalami: il romano, al comando sin dal mattino grazie al tempo di 1’40”700, ha abbassato ulteriormente il proprio tempo a 5 minuti dal termine delle prove scendendo fino a 1’40”256.Una bella prova di maturità per Fabrizio, che dopo il primato di ieri aveva affermato che oggi sarebbe tranquillamente potuto andare più veloce. Michel ha mantenuto la promessa con un tempone che non ha lasciato speranza agli altri piloti. Soltanto Max Neukirchner nelle battute finali è riuscito a portarsi a ridosso del ducatista girando in 1’40”688, scavalcando Haga ed impedendo alla Ducati di chiudere la giornata con una bella doppietta.
Al Teatro delle Celebrazioni di Bologna si è svolta la cerimonia di premiazione dei Caschi D’oro 2008, evento promosso dal settimanale italiano MotoSprint che vede ogni anno la consegna di questi prestigiosi premi ai rispettivi campioni del mondo nelle diverse specialità motociclistiche.



A pochi minuti dal termine della prima sessione di test Pirelli a Kyalami Michel Fabrizio ha staccato il miglior tempo in 1’41”204, lasciando a quasi quattro decimi la Yamaha di Ben Spies, fino a quel momento al comando.Il romano della Ducati ha così chiuso in bellezza la prima giornata di prove sul tracciato sudafricano, mentre il suo 

Ad ogni modo, siamo stati gli unici a poter provare entrambe le Superbike Yamaha ufficiali, iniziando da quella di Haga. Il pilota giapponese è famoso per i setup estremi con cui vengono configurate le sue moto e anche questa non fa eccezione: il retrotreno è infatti molto alto, mentre la geometria di sterzo vede un'inclinazione del cannotto e un'avancorsa piuttosto contenuti.Tutto ciò rende la R1 numero 41 molto rapida nell'inserimento in curva, a scapito però della stabilità sul rettilineo, soprattutto se chi guida pesa un bel po' in più di Norichan.A tal proposito, la moto di Haga non si impenna con la stessa facilità di quella di Corser, sia per il bilanciamento dei pesi a favore della ruota anteriore, sia per il settaggio piuttosto rigido della sospensione posteriore, che impedisce alla moto di "sedersi". "E' proprio così, - spiega il responsabile tecnico del Team Yamaha, Silvano Galbusera – ciò dipende dal fatto che disponiamo di un ammortizzatore elettronico. Esso ha una molla più dura, perché il controllo può intervenire attivamente sulla parte idraulica. L'ammortizzatore è infatti programmato per avere un maggior freno in compressione in certi punti, come appunto sugli scollinamenti che caratterizzano il circuito portoghese, il che rappresenta un vantaggio". Per contro, questo sistema offre al pilota un feedback minore, anche per via della taratura tendenzialmente più rigida, motivo per cui Troy Corser ha deciso di farne a meno.Il motore della R1 di Haga sembra girare più in alto rispetto alle altre moto a quattro cilindri che prendono parte al mondiale Superbike. Nonostante questo, tuttavia, non presenta vuoti o incertezze su tutto l'arco di erogazione, iniziando a spingere forte già a partire da 6500 giri e diventando ancora più energico dagli 8000 giri in poi, per arrivare dritto e senza alcun tipo di preavviso all'intervento del limitatore, posto a quota 14.500 giri.Noriyuki preferisce infatti cambiare a orecchio, senza l'ausilio dei classici led lampeggianti che segnalano il fuorigiri. Naturalmente, però, lui è abituato a farlo, mentre a noi c'è voluto un po' di tempo prima di entrare in confidenza con l'erogazione della Yamaha Superbike. Per fortuna che, anche cambiando marcia prima di arrivare al massimo regime raggiungibile, il motore rimane sempre nella fascia di potenza utile, anche grazie all'ottima spaziatura scelta da Haga per i rapporti del cambio.




